Bella mattinata in Via Gleno, chiusa con un TERZO TEMPO
Domenica si è svolta all’interno della casa circondariale di Bergamo l’ultima giornata del primo quadrangolare di calcio a 7 inserito nel progetto “Oltre il muro: porte aperte allo sport”.
E’ stata una bellissima mattinata in cui si sono svolte due partite decisamente avvincenti.
Tutti i giocatori – compresa la “Selecao Bergamo”, formazione esterna formata da alcuni ragazzi selezionati dalle diverse squadre del campionato Uisp di calcio a 7 – sono stati premiati con una foto di squadra e una maglietta prodotta da Made in Jail (cooperativa romana di detenuti ed ex detenuti). Le stesse t-shirt sono state contemporaneamente distribuite alla partecipatissima festa dello sport e della socialità svoltasi presso Il Campino di Cologno al Serio (Bg), evento organizzato dalle associazioni C’entra la solidarietà e Sguazzi che quest’anno hanno deciso di dedicare alcuni spazi proprio al progetto sportivo dedicato ai cittadini detenuti in via Gleno.
Domenica, conclusi gli incontri, si è fatto un Terzo Tempo durante il quale le squadre hanno avuto modo di passare un po’ di tempo parlando con i rappresentanti della società civile davanti ad un pezzo di pizza ed una bibita fresca
La UISP ha colto l’occasione per presentare per la prima volta pubblicamente, nel teatro messo a disposizione dal direttore della casa circondariale Antonello Porcino, il progetto che ormai da marzo sta portando avanti, in collaborazione con Rete Terzo Tempo, con le detenute e i detenuti del carcere di Bergamo.
Il presidente del Comitato territoriale bergamasco, Milvo Ferrandi, ha ribadito che “Oltre il muro” vuole essere un progetto continuativo e non estemporaneo, qualificante e sempre in crescita, perciò le attività continueranno tutta estate e da settembre si ripartirà con nuovi progetti e idee”. La referente di “Rete Terzo Tempo”, Antonella Leuzzi, ha inoltre sottolineato quanto questo torneo, pur essendo alla prima edizione, ha saputo creare legami importanti come solo lo sport è in grado di fare.
Iniziative di questo tipo, estremamente attente ai principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale (l’art. 27 prevede che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”), possono sicuramente aiutare il reinserimento sociale e lavorativo poiché le stesse statistiche del Ministero della Giustizia dimostrano che quando la detenzione è sostituita dalle pene alternative si garantisce l’abbattimento della recidiva (vale a dire la commissione di un nuovo reato) che passa, infatti, dal 70% al 20%.
Oltre ad una presenza considerevole della stampa locale (peccato l’assenza de “L’eco di Bergamo”), sono entrati infatti a seguire le partite di pallone anche l’onorevole Elena Carnevali, il consigliere regionale Roberto Bruni, l’assessore comunale allo sport Loredana Poli, alcuni rappresentanti di Rete Lenford, guidati dalla pres. Maria Grazia Sangalli, associazione di avvocati che si occupa di diritti LGBTI (omosessuali,transessuali, intersessuali). Hanno partecipato alla giornata alcuni volontari che da anni operano all’interno della casa circondariale, tra questi i rappresentanti del Comitato carcere e territorio.
Sicuramente questo quadrangolare ha saputo dimostrare il valore sociale e educativo dello sport e ha dimostrato quanto è positivo e giusto aprire le porte del carcere a preparatori atletici, giocatori, arbitri e società civile.
Lo sport – strumento di socialità, integrazione e rispetto reciproco sia all’interno di un istituto penitenziario sia fuori delle mura di un istituto di pena – costringe a mettersi in gioco, individua punti di incontro e sa proporre nuove forme relazionali.
Non resta perciò che dirci…. alla prossima!