MY (VOLLEY) DAY-OFF

Sport & the City, una nuova rubrica di Bergamo & Sport a cura di Rete Terzo Tempo

Sono un’allenatrice di pallavolo e il mercoledi è da anni il mio unico free volley day, almeno prima del covid. Ed è proprio mercoledi quando al Crocevia incontro per caso il direttore di Bergamo Sport e la sua grintosissima dolce metà.

In quell’occasione il “direttore”, persuaso forse da quel lungo aperitivo da Max -non riesco a trovare spiegazioni altrimenti- mi propone di collaborare al giornale. Da quella sera inizio a immaginarmi come Carrie Bradshaw: tutta la notte tra il PC e un bicchiere di vino a scrivere la rubrica “Sex and the City” per il New York star.

Ma… io scrivo più come Carl Brave che come Carrie Bradshaw; non siamo a New York, an se a Berghem e non beviamo il Metropolitan al cocktail bar ma il Campari col bianco al baretto, al massimo un Campari spritz perché ormai il Camparino -soda- non ce l’ha più nessuno (ed è questa la vera denuncia del mio pezzo!).

Ma torniamo a noi: cosa c’è a Bergamo (a parte il Campari)? La prima cosa che mi viene in mente: chiese, oratori… Poi? Ultimamente Mc Donald’s come funghi, queste strane piste ciclabili in mezzo alla strada, la Giuliana, la Ciclofficina, LAB 80, il KAP a Monterosso -ah no, c’era una volta il KAP a Monterosso…-, l’Atalanta, la Zanetti Bergamo, il Bergamo Basket, il Pilo…

Insomma è vero: Bergamo non sarà Manhattan ma quello che davvero non manca è lo sport, da vedere e da praticare. E qui finalmente veniamo alle ragioni che hanno dato il titolo a questa mia rubrica. Alludendo alla serie televisiva Sex and the City e accostandomi discretamente alle avventure che Carrie e le sue amiche si confidano a colazione, mi sono chiesta: ma in fondo cosa c’è di più simile al sesso dell’attività sportiva?

Innanzitutto il rilascio delle endorfine, l’ormone della felicità. Quella comunissima sensazione di benessere che sentiamo al termine dell’allenamento o dopo aver fatto l’amore. Per la gioia del sistema immunitario, che in questo periodo va molto di moda.

Spesso poi si parla di spirito di spogliatoio, quella intimità che si crea in squadra. Senza scomodare Micheal Jordan e i suoi aneddoti sullo spogliatoio dei Chicago Bulls, basta citare Ivan Zaytsev -di cui tutte vorremo essere compagne di squadra…- quando parla di “chimica del gruppo”, una reazione magica tra tutte le sue componenti che spesso diventa anche “chimica del successo”. Parliamoci chiaro: neanche a letto!!!

C’è anche un altro aspetto molto sottovalutato ultimamente: solo lo sport riesce a tenere i ragazzi lontani dalle “cattive abitudini” quanto le relazioni amorose. Oscar Wilde -che non era un santo- parla del rugby come “il miglior modo per tenere trenta energumeni lontano dal centro città durante il fine settimana”, un modo per allontanarli dalla movida senza necessariamente chiuderli in casa.

Insomma qui si parla di sport ma anche la musica, l’arte, il teatro stuzzicano il nostro organismo e portano quella stessa sensazione di piacere suscitata dai vari atti dell’amore. E lo dice l’OMS, mica io…

Eppure da qualche settimana, con il riacutizzarsi del Corona, tutto questo ci viene di nuovo a mancare: musica, teatri, cinema, allenamenti.

Io -sarà che faccio tanto sport…- sono una donna ottimista e non voglio fare polemica. La situazione del Covid è grave e trovo normale dover rinunciare a qualcosa per il bene di tutti. Nonostante questo non credo molto nella lungimiranza delle scelte di chi decide. Non mi aspetto dunque un cambio improvviso di priorità nella gestione di un’emergenza -vera- come questa.

Tutelano l’economia (almeno alcune economie) e non la salute, figuriamoci la felicità!

Sono attenti alle imprese ma se ne fregano dei giovani e delle loro esperienze. Non prendono neanche in considerazione quello sport -estremo- in cui vanno fortissimo: combattere l’ansia.

Ma perché qualcuno ci spera ancora? Qualcuno tra i lettori -sempre che mi stia leggendo qualcuno- pensa veramente che chi decide voglia prendersi cura dei percorsi attivi nelle scuole, nei campi sportivi, nelle attività culturali? Quei percorsi che se interrotti potrebbero veramente lasciare un buco sociale, professionale, artistico?

Sinceramente: qualcuno ha mai tutelato per voi qualcosa che non si potesse raggiungere dall’oggi al domani? Se si, tenetevelo stretto! … ma non credo proprio si tratti di chi scrive DPCM ogni due giorni…

Le cose belle sono difficili diceva Platone…e lunghe…

E’ dal 23 Febbraio 2020 che atlete e atleti fanno di tutto pur di continuare ad allenarsi: allenamenti a casa, lampade rotte, preparazione atletica sul cemento, camp di contrabbando, mascherine trashissime di squadra, spogliatoi improvvisati in mezzo alla strada, allenamenti individuali… e tutto senza neanche sapere se prima o poi sarebbe iniziato un campionato!

Oggi le ragazze e i ragazzi, i giovani atleti, studenti, musicisti, artisti stanno cercando di non rimanere indietro e lo stanno facendo difendendosi a gomitate con i mezzi che hanno. E non parlo di instagram, tik tok e della santissima tecnologia, no…parlo della passione e della fantasia, della capacità di creare e di trasformare la realtà, parlo della voglia di stare insieme e fondare piccole comunità.

E’ così che in tempi di covid le ragazze e i ragazzi del nuovo millennio stanno cercando di continuare a percorrere la loro strada! Se la disegnano e diventa assolutamente reale!

Per me scecc siete tutte e tutti medaglie d’oro!!!

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