Dopo l’incidente la mia vita è diventata deliziosamente instabile. La questione pratica non è uno scherzo.
Pensate alla protesi. Togli, metti, togli, metti… e un giorno è larga, l’altro è stretta e l’invaso non va bene e mi irrita la pelle… e poi invece di camminare, ondeggio.
Come un bambino appena nato, ho dovuto definire i miei nuovi confini, saggiare con il dolore i miei limiti. Di notte mi capitava di sentire prurito alla gamba che non c’è più. E poi c’è la gente. Ti guarda e pensa “Poverina, era così bella… guarda cosa le è capitato”. Ecco. Mi è capitato di sopravvivere. Mi è capitato di risollevarmi, di innamorarmi di me, di correre come il vento con la gamba hi-tech, di guidare una moto, di scoprirmi determinata… e ogni tanto, quando mi sollevo su una gamba, in equilibrio instabile, mi capita di sentirmi bella»
“equilibrium”, 2012-16 © Daniele Deriu – “Scars of life”, series
I NOSTRI ATLETI
Oney Tapia
HAVANA – CUBA, 27/2/1976
LANCIATORE PESO E DISCO CATEGORIA: NON VEDENTE – T11
«Tutti dovremmo sorridere in ogni momento: nel lavoro, in famiglia, nello sport. Il sorriso diventa contagioso, è l’unico modo per creare energia positiva intorno a te.
Io gareggio anche per far felici i ragazzi disabili che rimangono rinchiusi in casa: spero di diventare una motivazione per uscire e iniziare a fare sport». ONEY
Alessandra Donizzetti
BERGAMO 22/05/1990
100/200 MT CATEGORIA: AMPUTAZIONE ARTO INFERIORE – T44
“Mi sono avvicinata all’atletica solo in seguito all’incidente che mi capitò a 19 anni: era il primo giorno di vacanze scolastiche quando, tornando da un aperitivo, la macchina di un amico è andata a sbattere contro il guardrail.
Solo il giorno dopo mi viene detto che avrebbero dovuto amputarmi la gamba sinistra. Mi è caduto il mondo addosso.
Dopo aver fatto tanta fisioterapia ho re- imparato a camminare, non è stato facile ma ce l’ho fatta! Decisivo è stato l’appoggio dei miei genitori, amiche, amici, moroso che mi sono sempre stati vicini e non mi hanno mai fatto sentire diversa da quella che ero prima.
Poi un giorno per caso, guardando la TV con i miei, cambiai canale su Rai Sport: stavano trasmettendo le paralimpiadi di Londra 2012. Riconobbi una ragazza di Bergamo -Martina Caironi- che avevo già conosciuto anni prima. Finita la sua gara, capì: anch’io volevo provare a correre.
Così nel 2013 è iniziato il mio percorso negli Omero Runners. Lo sport è diventato la mia vita! Mi ha fatto incontrare persone meravigliose con voglia di mettersi in gioco per superare ostacoli e raggiungere obbiettivi sempre più ambiziosi. Io non cancello nulla in questa mia vita.
Ogni cosa, ogni minima cosa mi ha reso quel che sono adesso. Le cose belle mi hanno insegnato ad amare la vita. Le cose brutte a imparare a “risollevarmi, a scoprirmi determinata, a correre come il vento, a innamorarmi di me”. ALE
Federica Maspero
COMO, 19/11/1978
100/200/400 MT CATEGORIA: AMPUTAZIONE BILATERALE ARTI INFERIORI-T43
Mi sono “buttata” nell’atletica nel 2011, a seguito di un desiderio cresciuto negli anni di riscatto personale e sociale.
Nel 2002, il giorno del mio 24esimo compleanno, sono entrata in coma improvvisamente a causa di un’infezione batterica (una meningite fulminante) che ha causato una setticemia e, da li, la perdita degli arti e di parte delle dita delle mani.
Mi sono risvegliata dal coma 2 mesi dopo quel compleanno in una nuova realtà tutta da ricostruire. Così, poiché ero al IV anno di università di medicina, i miei sforzi, tutti (ma proprio tutti!) si sono proiettati in quella direzione: proseguire ciò che era stato interrotto. Sono riuscita a laurearmi e dopo 4 anni di specializzazione (in oncologia) ho capito, grazie anche a una delusione lavorativa, che c’era qualcosa di inespresso in me…avevo bisogno di non essere più “solo” una valida figura professionale, ma volevo anche semplicemente essere “la Fede”. Da qui la scelta di dedicarmi all’atletica che mi ha fatto riscoprire me stessa e la bellezza della vita.
All’inizio correre mi ha fatto rompere dei tabù, poi la passione si è trasformata anche in una sfida per correre sempre più veloce… Lo sport mi ha dato la possibilità di riprendere del tempo per me, di conoscere Teo (mio marito), di incontrare altre realtà più o meno come la mia e quindi di vivere in maniera più spensierata e sorridente, perché è solo con il confronto che ho capito che “ce la si fa!” e che “niente è impossibile”. La Fede di oggi lavora come medico in una clinica, studia ancora (agopuntura) e ovviamente .. CORRE !!. FEDE
Norbert Casali
ROMANIA, 17/02/1998
100/200 MT CATEGORIA: IPOVEDENTE CON GUIDA – T12
Mi sono avvicinato all’atletica da piccolo, all’età di sei anni, quando potevo vedere ancora dalla finestra della mia camera gli atleti che correvano veloci sulla pista illuminata da grandi fari.
Cominciò cosi la mia vita da sportivo: in una società dilettantistica dove ho avuto la fortuna di incontrare persone con l’atletica nel cuore. Gli allenamenti aumentavano quanto la mia felicità e quella degli allenatori per i risultati che raggiungevamo. Continuai fino all’età di undici anni, quando con la crescita la mia vista cominciò a “fare capricci” e a diminuire a poco a poco.
Poi ci fu la diagnosi: una prova da togliere il fiato anche ai più determinati. Dopo un periodo di alti e bassi, decisi di riprendere in mano la mia vita ed anche quella sportiva, che proseguì grazie alla società Omero Runners Bergamo. Da allora ho avuto l’opportunità di partecipare a numerosi meeting, gare e campionati, anche con la nazionale. Ho vinto diversi titoli italiani, inizialmente nella categoria T13, successivamente nella T12. Ho fatto miei due motti: run for fun e vento in faccia!… Ho un sogno ambizioso che se si realizzasse potrebbe ancora una volta togliermi il fiato: le paralimpiadi !. NORBERT
Augusto Ravasio
GUINEA B. 10/06/1989
100/200 MT CATEGORIA: IPOVEDENTE CON GUIDA – T12
Sono arrivato in Italia nel 2000 per cercare invano di risolvere i miei problemi alla vista, causati dal morbillo che in Guinea Bissau non ha possibilità di cure adeguate.
A Bergamo sono stato ospitato da una famiglia di Valbrembo che mi ha veramente accolto come un figlio. Purtroppo nel 2002 il mio papà affidatario è deceduto ed ho continuato a vivere con mia mamma che successivamente mi ha adottato, ho assunto il suo cognome e da poco sono diventato cittadino italiano. Ho frequentato l’università di lingue e letterature straniere e nel 2014 mi sono laureato con tesi sul contesto olimpico: Il ruolo del francese nei giochi olimpici e paralimpici.
Ho sempre praticato sport: sin da bambino amavo il calcio, poi nel 2011 mi sono avvicinato all’atletica. All’inizio ero restio perché pensavo fosse uno sport individuale, ma dopo la prima trasferta (proposta casualmente da un mio compagno di squadra di calcio) mi sono dovuto ricredere. L’atletica infatti mi ha permesso di avere rapporti di amicizia e solidarietà: dal mio coach Angelo Alfano a molti compagni e atleti con cui ho condiviso diverse avventure, emozioni ed anche difficoltà. Praticare atletica per me significa: l’impegno costante negli allenamenti (5-6 volte la settimana); la massima concentrazione prima della gara; la tensione sul blocco di partenza; l’energia e la liberazione di potenza durante la corsa; la soddisfazione o delusione al traguardo.
Pur essendo un novellino ho vinto diversi titoli italiani e ho stabilito due record indoor. In qualità di atleta FISPES il mio obiettivo è quello di superare i miei limiti, fisici e mentali e il mio motto è diventato: NEVER GIVE-UP: MAI ARRENDERSI !!. AUGUSTO
Mario Poletti
VILLA D’OGNA (BG), 19/12/1960
CT DELLA NAZIONALE DI ATLETICA PARALIMPICA
Docente di Educazione Fisica presso il Convitto statale “C. Battisti” Lovere (BG) Diplomato ISEF presso ISEF Lombardia Milano nel 1986.
Attività tecnica federale:
- Dal 1986 atleta-guida e allenatore di atleti paralimpici
- Dal 1992 Tecnico della Federazione Italiana Sport
- Disabili Dal 2004 Referente Nazionale del CIP dipartimento Atletica Leggera Dal 2008 Commissario Tecnico FISPES (Federazione Italiano Sport Paralimpici e Sperimentali) Atletica Leggera
Riconoscimenti: Premio Fair Play Panathlon Bergamo 2010 Palma di Bronzo (2007), d’Argento e d’Oro (2012) al merito tecnico del Coni. MARIO